mercoledì 25 gennaio 2012

Rifiuti zero: a San Francisco si può


Stamani ho visto gli occhi dei miei studenti accendersi di meraviglia davanti a questo filmato. Si tratta dell'ennesimo colpo giornalistico di Riccardo Iacona, che la scorsa settimana ha portato le telecamere di Raitre nella metropoli californiana di San Francisco: la nuova terra promessa degli ecologisti, dove il sogno della raccolta differenziata integrale è diventato realtà. Laggiù gli inceneritori e le discariche hanno smesso di deturpare il territorio e di avvelenare l'aria: semplicemente non servono più. La percentuale di riciclo è in continuo aumento: l'anno scorso ha già raggiunto il 78%, e grazie all'entusiasmo della cittadinanza promette di crescere ancora. Le immagini di Presa Diretta approfondiscono i segreti di questa vittoria di civiltà, documentando un meccanismo che avrebbe tutte le carte in regola per essere replicato nelle nostre città (se solo ci fosse la volontà politica...).


A San Francisco le discariche sono in via di estinzione perché prima ancora sono stati i cassonetti a finire nel dimenticatoio. Mentre noi italiani ancora ci dilunghiamo in esperimenti pilota a macchia di leopardo, in California la raccoltà dei rifiuti porta a porta è diventata da tempo un punto fermo senza eccezioni. I bidoncini della raccolta differenziata li hanno chiamati "I fantastici 3", come gli eroi di un cartone animato: tre colori, tre contenitori; uno per l'organico, uno per la carta, uno per il multimateriale. I fantastici 3 si trovano sempre insieme: nel giroscala dei condomìni, dietro i cancelli delle villette, nelle sale d'aspetto dei locali pubblici, nei ristoranti e nelle mense, ai giardini e nelle piazze, insomma dappertutto. Così i rifiuti non si separano più solamente in casa, ma anche fuori, ogni volta che c'è qualcosa da buttare via. La tassa dei rifiuti è modulata in base alle quantità di raccolta differenziata che ogni famiglia o condominio riesce a performare. Ma al di là degli incentivi economici, il segreto del boom ecologico sembra risiedere nell'estrema naturalezza e razionalità della macchina organizzativa, così semplice e capillare da comportare una perdita di tempo minima per i cittadini, in cambio di un beneficio ambientale e occupazionale palpabile.
Già, perché il ciclo virtuoso dei rifiuti a base di raccolta differenziata comporta una intensità di lavoro molto alta. Sia le operazioni di raccolta che quelle di riciclo richiedono un occhio umano per separare, suddividere e differenziare il più possibile. La telecamera di Iacona dà corpo al sogno ripercorrendo tutti i diversi filoni del riciclaggio, inquadrando da vicino i diversi impianti e i diversi passaggi: i rifiuti organici che diventano concime, l'alluminio e la plastica che diventano nuove materie prime; i rifiuti ingombranti (divani, computer, armadi) smontati pezzo per pezzo in un rivolo di nuove filiere produttive da alimentare. I tecnici spiegano che gli impianti funzionano anche perché economicamente sostenibili: le materie prime in uscita dai processi di trattamento vanno infatti sul mercato con risultati di vendita soddisfacenti.
Il viaggio nel dietro le quinte della raccolta differenziata (ovvero dentro i grandi impianti di separazione e trattamento) è importante per far capire la necessità di lavorare su grande scala. Altrimenti il rischio sarebbe l'effetto boomerang, come purtroppo accade effettivamente dalle nostre parti, dove gli impianti di riciclo si rivelano spesso sottodimensionati ad accogliere il volume della raccolta differenziata effettuata dai cittadini più volenterosi; col risultato beffardo di sminuire la raccolta differenziata a giochino educativo di facciata, col camion della raccolta del vetro e plastica puntualmente colto in castagna sulla strada della discarica. Così la gente si scopre presa in giro, e le motivazioni a differenziare finiscono sottoterra.
Gli impianti di riciclaggio di grosse dimensioni, in stile San Francisco, hanno senza dubbio costi importanti (a partire dalla manodopera) ma di certo non superiori a quelli che le nostre amministrazioni continuano a stanziare per inseguire il modello di smaltimento "old style" basato sui mega-inceneritori e sulle mega-discariche. Il passo più difficile da affrontare per noi italiani non è quindi di tipo economico, ma culturale. Quando riusciremo a convincere i nostri amministratori che la raccolta differenziata - e solo quella - è la soluzione, ci accorgeremo che il sogno San Francisco è molto più facile da vivere e da godere di quello che sospettavamo.
Tommaso Giani                  

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